Sul costo degli spettacoli per il matrimonio di Ferdinando I de’ Medici (1589) e i limiti della «magnificenza»
Copyright (c) 2024 Francesca Fantappiè
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Abstract
L’articolo esamina i costi degli spettacoli teatrali medicei del 1589. La loro valutazione e relativa ripartizione in vari capitoli (scenografia, costumi, musica, illuminazione, ecc.) è resa possibile grazie all’analisi di due bilanci, conservati nel fondo Sindaci, Soprassindaci e Ufficio delle Revisioni, istituzione preposta al controllo e verifica delle spese dello Stato. Questa puntuale documentazione contabile, messa a confronto con le testimonianze enfatiche e magniloquenti delle descrizioni a stampa, così come della memorialistica cittadina e delle corrispondenze epistolari, permette di individuare due differenti tipologie di spesa, le quali sono enucleate e distinte in spesa fittizia e spesa reale. La prima, costituita da cifre irrealistiche e favolose, veicola l’immagine di un sovrano magnifico e liberale che non avrebbe mai badato a spese, mentre la seconda restituisce un quadro scrupoloso e oculato dei meccanismi materiali di produzione, nel quale ogni conto di spesa era sottoposto a negoziazione e giustificazione, applicando varie strategie di risparmio, dal riciclo dei materiali alla scelta di quelli più convenienti. In ultima istanza, esplorandone i limiti concreti, si restituisce uno scenario inedito della magnificenza di corte.