Copyright (c) 2024 Elena Cervellati
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Abstract
Giselle (Paris 1841), balletto emblema del romanticismo in danza, a breve distanza dal debutto viene rappresentato in tutta Europa e si diffonde pure in Italia, in un articolato percorso che ha inizio nel 1842 da Torino per toccare, nel corso del XIX secolo, un considerevole numero di piazze. Il titolo si trasforma subito Gisella, in una traduzione non soltanto linguistica, ma interculturale: lo spettacolo messo in scena nella penisola, non sempre accolto con favore, è infatti spesso il risultato di un adeguamento alle pratiche in essere in ogni teatro e viene spesso modificato nei contenuti, al fine di renderlo comprensibile e gradito al pubblico locale. Il saggio prende in particolare in esame le prime due versioni italiane di Giselle, quella torinese, con Nathalie Fitzjames e Arthur Saint-Léon, e quella milanese (1843), con Fanny Cerrito e Francesco Merante, soffermandosi sulla loro struttura drammaturgica, a partire dai rispettivi libretti, e sull’accoglienza da parte del pubblico, in base alla stampa coeva.